I riti del Giovedì Santo

Dopo la Domenica delle Palme, ogni anno, i riti della Settimana Santa, entrano nel vivo con il Giovedì Santo che conclude la Quaresima (iniziata con il Mercoledì delle Ceneri), dando inizio al Triduo Pasquale  per la commemorazione della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù (che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua) con la celebrazione della Santa Messa “in Coena Domini” presieduta nella Basilica Cattedrale “Maria SS della Madia” dal Vescovo della Diocesi Conversano-Monopoli, durante la quale si rivive la rituale lavanda dei piedi, praticata da Gesù Cristo ai dodici apostoli nell’Ultima Cena.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell’acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto. (Gv,  13: 2-5)

Un gesto simbolico – in passato fatto dal servo verso il padrone – con il quale Gesù volle insegnare ai suoi ad amarsi gli uni gli altri, mentre la propria ora si approssimava.

Quello che è raffigurato nella tela centrale del “Cenacolo” situata nella Cappella del SS. Sacramento (che si trova nel braccio destro del primo transetto della Cattedrale), che fa parte del trittico dell’artista napoletano Francesco De Mura: Gesù è al centro e nella parte più luminosa del dipinto assieme agli apostoli; quasi di fronte a lui è raffigurato Giuda, colui che lo tradirà e che perciò reca un pugno sul tavolo in segno di sfida, mentre nell’altra mano impugna la borsa con i trenta denari.

Infine, i fedeli fanno visita agli Altari della Reposizione, impropriamente denominati “Sepolcri”, dove è riposta e conservata l’Eucarestia al termine della messa vespertina e sino all’indomani, nel giorno del Venerdì Santo.

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