Incredibile esplorazione speleo subacquea nella “Grave Rotolo” di Monopoli

La cavità che fu scoperta a Monopoli è la più profonda di Puglia

Una cavità ancora tutta da scoprire è l’Abisso “Donato Boscia”, più comunemente conosciuta come la “Grave Rotolo”, scoperta nel 2012 in contrada Cavallerizza a Monopoli dove, questa mattina, si è tenuta un’esplorazione speleo subacquea di eccezionale importanza considerando il fatto che si tratta della più profonda di Puglia con i suoi ben 324 metri di profondità.

Un’operazione che si pone l’obiettivo principale di permettere un’ esplorazione più approfondita della parte allagata del pozzo che si trova nella porzione più bassa dell’abisso: il “pozzo dei Veneti” già oggetto di due precedenti esplorazioni, parzialmente sommerso per circa 60 metri; ragion per cui, gli speleologi si sono avvalsi di uno speleosub, allenato e formato per affrontare sia la progressione in grotta che l’immersione subacquea.

Ed è lo speleosub del gruppo GASP! (gruppo archeologico e speleologico Pugliese della sezione CAI di Gioia del Colle) – capofila dell’operazione – Vincenzo Ladisa ad affrontare la sfida, in cerca di eventuali rami orizzontali e  di probabili vecchi apporti di acqua provenienti da altre parti della grotta.

La nostra – ci racconta Vincenzo – è una ricerca continua di nuovi rami, oltre che, grazie al progetto finanziato dalla Regione Puglia, un approfondimento scientifico. Grazie ad una immersione fatta qualche anno fa, sappiamo che la parte sommersa arriva ad una profondità di almeno 60 metri, con questa immersione arriverò invece fino a 40 mt, con l’ausilio di miscele di gas, cercherò passaggi o nuove prosecuzioni, sarà posta una nuova sagola di sicurezza ed effettuerò nuovi campionamenti a diverse quote, per gli studi condotti dall’Università di Bari, CNR ed Arpa Puglia sulla grotta Rotolo”.

Il sottosuolo è davvero un posto affascinante, che molto può raccontare delle passate ere geologiche, infatti quello che oggi è allagato dalle acque di falda, un tempo era totalmente emerso e lo stesso pozzo si è ragionevolmente formato durante una delle fasi di secca del bacino del Mediterraneo.

Per permettere allo speleosub circa un’ora di immersione, ci è voluto il lavoro di ben venti speleologi solo nella giornata di domenica, oltre a varie uscite già realizzate nelle scorse settimane. In particolare sono stati utilizzati circa 2 quintali di attrezzature subacquee (bombole, erogatori, muta, maschera, ecc.) in parte portati nelle settimane precedenti a 260mt di profondità lungo un percorso molto articolato di circa 1,2km e che dovranno poi essere riportate integre all’esterno. Lo stesso Vincenzo dovrà essere, in risalita, “contrappesato” dai compagni di squadra sul pozzo dei Veneti lungo un tratto di oltre 100mt poiché dopo l’immersione non potrà compiere alcun tipo di sforzo, rischierebbe infatti una malattia da decompressione.

Le operazioni sono iniziate alle 6.00 di domenica mattina con l’ingresso della prima squadra di “sherpa” che ha portato al fondo le restanti attrezzature subacquee. Alle 7.00 invece, è entrata la squadra di supporto allo speleosub con lo stesso Vincenzo e poi durante la mattinata le restanti squadre per il recupero del materiale al termine delle operazioni.

L’esplorazione è parte di un progetto finanziato dalla Regione Puglia con la L.R. 45 del 2013 (a firma di Fabiano Amati) per “l’esplorazione dei fenomeni carsici di recente scoperta”, di cui fanno parte anche il CNR IRPI, CNR IRSA, ARPA Puglia, Autorità di Bacino, CNSAS, Federazione Speleologia Pugliese, Comune di Alberobello, Comune di Monopoli, Comune di Fasano oltre ovviamente al GASP!.

Nei mesi scorsi, è stata installata al fondo della grotta una sonda multiparametrica del CNR che misura in continuo i valori caratteristici dell’acqua di falda mentre in due distinte operazioni sono stati prelevati vari campioni di acqua in grotta analizzati a cura di ARPA Puglia. È in corso di rifacimento il rilievo integrale della grotta con nuova strumentazione digitale e nuove tecniche che permetterà di avere una “mappa” della grotta molto più precisa e dettagliata della precedente che risale oramai a 4 anni fa.

Tutte le attività e gli importanti risultati di indagine scientifica raggiunti saranno poi divulgati al termine del progetto, presumibilmente a fine settembre, risultati sui quali ovviamente viene attualmente mantenuto il riserbo, ma che promettono bene, “posso solo anticipare che sono stati individuati esseri viventi troglobi di importanza eccezionale” ci racconta il presidente del GASP! Luca Benedetto, attendiamo dunque i nuovi interessanti risvolti.

Hanno collaborato con il GASP! della sezione CAI di Gioia del Colle uno speleo del gruppo Vespertilio (CAI Bari), 2 speleologi del Gruppo Puglia Grotte di Castellana Grotte e uno speleo del Gruppo Grotte Grottaglie membro anche del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico).

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