Tra le varie dominazioni che si sono susseguite, Monopoli è rimasta particolarmente segnata dal passaggio dei normanni, di cui rimane un architrave romanico del XII secolo sul tema della salvezza (rappresentato in cinque scene da leggersi da destra verso sinistra come vuole la tradizione ebraica) custodito nel sito archeologico e museale “Cripta della Cattedrale Romanica”, che sovrastava un portale collocato all’ingresso secondario tra l’antica cattedrale romanica (il cui tetto fu terminato grazie alle trentatre travi della zattera su cui l’icona bizantina della Madonna della Madia approdò al Porto di Monopoli il 16 dicembre 1117) e la Chiesa di San Cataldo (di cui è rimasto anche un resto murario).
Nella prima scena è rappresentato il Re David che commissiona un profeta di scrivere la sacra storia della Redenzione. Nella seconda scena è invece raffigurata la Deposizione: Cristo sorretto da Giuseppe d’Arimatea, la Madonna che ne tiene amorevolmente la mano destra e un soldato romano nell’intento di schiodare la mano di Gesù; in alto sono raffigurati i simboli della Luna e del Sole, matrimonio mistico tra Cristo e la Chiesa. Un angelo riporta alla scena successiva, quella delle tre Pie Donne che si recano al Sepolcro, dove un Angelo annuncia loro che Cristo è risorto: difatti, il Sepolcro è vuoto; in basso sono raffigurati tre soldati normanni con indosso un’armatura a reticolo (elemento che consente di datare l’architrave al XII sec., periodo della dominazione normanna a Monopoli). La scena successiva è quella dell’Anastasis: Gesù scende negli Inferi per portare con sé tutte le anime nate prima della sua Venuta: le prime figure che si scorgono sono quelle di Adamo ed Eva; il diavolo è invece rappresentato sconfitto e perciò incatenato e le porte degli Inferi fatte a pezzetti. L’ultima scena rappresenta il Peccato originale compiuto da Eva: una donna morsa agli occhi, alle orecchie ed ai seni da tanti serpenti.